Milano, Roma
Concerti a Milano e Roma - Programmazione Concerti, schede Cantanti italiani e stranieri
FILM AL CINEMA VACANZE HOTEL VIDEO
SERVIZI
Tour Personale Forniture Eventi
UTILITA' Inserisci un locale Pubblicità Newsletter   Iscriviti Papido nei preferiti
Milano Bergamo Brescia Torino Liguria Verona Venezia Bologna Rimini Firenze Roma Sardegna Ancona Napoli Bari Salento Reggio Calabria Sicilia




Mail      Città      Accetta "privacy"    Letto e 

Programmazione Concerti; Milano e Roma
CERCA SU PAPIDO
 :: ITALIANI
 :: STRANIERI
30 Seconds to Mars
Adele
Alanis Morissette
Alicia Keys
Alter Bridge
Avril Lavigne
Aventura
Babyshambles
Backstreet Boys
Bad Religion
Beyoncè
Ben Harper
Ben's Brother
Bjork
Bob Dylan
Brand New
Bruce Springsteen
Bryan Adams
Busta Rhymes
Caetano Veloso
Céline Dion
Chris Cornell
Coldplay
Corinne Bailey Rae
Damien Rice
Deep Purple
Duran Duran
Duffy
Europe
George Benson
Good Charlotte
Goran Bregovic
Gwen Stefani
Him
Hiromi Uehara
Hooverphonic
Incubus
James Blunt
James Taylor
Jason Mraz
Jean-Michel Jarre
Juanes
Justin Timberlake
Kiss
Korn
Lenny Kravitz
Leonard Cohen
Lionel Richie
Living Colour
Lou Reed
Madonna
Marc Anthony
Marilyn Manson
Mark Knopfler
Maroon 5
Massive Attack
Mattafix
Matt Bianco
Michael Bublè
Mick Hucknall
Millencolin
Morcheeba
Neil Young
Nelly Furtado
Nick Cave
Nine Inch Nails
OneRepublic
Paolo Nutini
Paul Simon
Pet Shop Boys
Portishead
Queen
Rem
Radiohead
Roger Waters
Rooney
Sara Bareilles
Sean Lennon
Sergio Mendes
Shaggy
Shakira
Simple Plan
Sinead O'Connor
Slayer
Ska P
Smashing Pumpkins
Stephen Stills
Stevie Wonder
Sting
Suzanne Vega
Take That
The Ark
The Chemical Brothers
The Cure
The Enemy
The Fray
The Hives
The Prodigy
The Servant
Tokio Hotel
Tom Waits
Tori Amos
Van Morrison
Within Temptation
Youssou N'Dour
Queen
Genere: Gruppo Britannico

Sito ufficiale: queenonline.com/

CONCERTI IN PROGRAMMAZIONE:
MILANO:
 Quando: 28-9-2008  Dove: Datch Forum
 Telefono: 199.128800  Indirizzo: Via Di Vittorio, 6 -  Assago

ROMA:
 Quando: 26-9-2008 Dove: PalaLottomatica
Telefono: 06-540901 
Indirizzo: Piazzale dello Sport - Eur

DISCOGRAFIA:
1973 - Queen
1974 - Queen II
1974 - Sheer Heart Attack
1975 - A Night at the Opera
1976 - A Day at the Races
1977 - News of the World
1978 - Jazz
1979 - Live Killers
1980 - The Game
1980 - Flash Gordon
1981 - Greatest Hits
1982 - Hot Space
1984 - The Works
1986 - A Kind of Magic
1986 - Live Magic
1989 - The Miracle
1991 - Innuendo
1991 - Greatest Hits II
1992 Live at Wembley '86
1995 - Made in Heaven
1997 - Queen Rocks
1998 - Greatest Hits III
2002 - The Platinum Collection
2004 - Queen on Fire - Live at the Bowl
2007 - Queen Rock Montreal
2008 -

STORIA:
I Queen sono stati uno dei fenomeni commerciali più notevoli dell'intera storia del rock; la loro carriera, iniziata nei primi anni settanta, si conclude con la morte di Freddie Mercury dopo vent'anni di ininterrotti successi, più o meno meritati. La critica musicale si è spesso espressa con grande vigore polemico contro la band di Freddie Mercury e Brian May, e spesso, dobbiamo dire, a ragione. Tuttavia, lo stesso Mercury non fece mai mistero del motivo per cui continuava a fare musica: "Amo la bella vita" diceva, e vendere milioni di dischi è un ottimo sistema per procurarsi i soldi necessari. La musica dei Queen ha sempre avuto e non ha mai voluto nascondere la propria vocazione alla semplicità d'ascolto, al facile appeal da classifica, e sarebbe un errore rimproverare ai dischi dei Queen questo carattere: essi non sono nulla più di ciò che sono stati concepiti per essere.
Si formano quando il chitarrista Brian May (1947, Londra, Gran Bretagna) e il batterista Roger Meddows-Taylor (1949, Norfolk, Gran Bretagna) sciolgono gli Smile (formati nel 1967 con il cantante Tim Staffell) e si uniscono al cantante Freddie Mercury (nome d'arte di Frederick Bulsara, 1946, Zanzibar, Tanzania - 1991, Londra, Gran Bretagna), già nel gruppo di nome Wreckage, e al bassista John Deacon (1951, Leicester, Gran Bretagna).
Le prime esibizioni risalgono al 1971 ma i quattro ragazzi si dedicano agli studi (raggiungono tutti la laurea: May in astronomia, Taylor in biologia, Deacon in elettronica e Mercury in disegno e illustrazione) e solo nel luglio 1973 esordiscono con il 33 giri Queen. Lo stile, un ibrido tra le asprezze hard rock dei Led Zeppelin e dei Deep Purple e una malcelata voglia di glam vicina a certe manifestazioni di David Bowie e di Marc Bolan, li impone comunque all'attenzione degli ascoltatori più curiosi.
Il primo riconoscimento arriva con il 45 giri "The Seven Seas Of Rhye" estratto da Queen II (marzo 1974), accompagnato dal primo tour britannico del quartetto. Il successo arriva quando Sheer Heart Attack (novembre 1974) impone la band con uno stile più personale, dove l'hard rock "melodico" viene caratterizzato dalla straordinaria e potente voce di Mercury. Mentre il singolo "Killer Queen" scala le classifiche, l'album ottiene il primo disco d'oro negli Stati Uniti, dove all'inizio del 1975, i Queen suonano per la prima volta in uno spettacolo tutto loro, senza cioè essere di spalla ad alcun famoso complesso.
Dopo un tour giapponese, nasce l'ambizioso e costosissimo A Night At The Opera che arriva nei negozi nel dicembre 1975, forse l'esempio più riuscito della vena "pastiche" dei Queen, che seppero coniugare in questo disco la massima creatività compositiva con la massima "ascoltabilità". Il celeberrimo singolo "Bohemian Rapsody", una delle canzoni più conosciute della storia del rock, è solo uno degli episodi in cui questa alchimia diventa vera arte. Il titolo del disco, citazione dell'omonimo film dei fratelli Marx, esprime a parole l'idea di fondo dell'opera, che vuole essere una ideale colonna sonora di una serata di intrattenimento "leggero". L'Opera fu infatti un genere di rappresentazione di umilissime origini, e anche nel periodo del suo massimo splendore attirava a teatro persone di estrazione sociale diversissima (al contrario della musica da camera e sinfonica, che rimasero sempre appannaggio delle classi ricche).
I Queen mescolarono alcuni fra i generi musicali più "popolari" di ogni tempo per creare un sound inconfondibile. L'opera e l'operetta, il vaudeville, il music hall, il musical di Broadway, l'hard-rock di Who e Led Zeppelin, la vena glam di Marc Bolan e David Bowie, confluiscono in A Night At The Opera e si fondono magicamente l'uno con l'altro senza soluzione di continuità.
Il disco si apre sulle note di "Death on Two Legs", mid-tempo acido su cui incede il riff cromatico di May. La voce di Mercury è potente, limpida, altamente espressiva. Il cantante si atteggia a guitto e a dandy e non disdegna il crooning, le asprezze, il falsetto, il canto lirico, l'imitazione comica. La fortissima vena teatrale di Mercury, asse portante dei live-show della band, emerge in modo chiarissimo anche in sede compositiva. L'intero disco potrebbe costituire la colonna sonora di un musical, se solo avesse un'unita tematica: non per nulla la successione dei pezzi e lo stile enfatico e drammatico delle melodie della chitarra lo avvicinano alle musiche che Andrew Lloyd Webber scrisse per "Jesus Christ Superstar".
L'uso dei cori e delle armonie vocali nei Queen non è mediato dall'uso che ne fecero alla fine degli anni 50 gli Everly Brothers e successivamente Beatles e Crosby Stills & Nash, ma è preso a prestito direttamente dall'operetta e dal musical. Il coro è qui ripristinato nella sua primitiva funzione di contrappunto al solista. Se i Beatles costruivano i cori sopra alla melodia del canto, i Queen spesso li utilizzano a lato di essa, per creare l'effetto teatrale del botta e risposta.
"Lazing On a Sunday Afternoon" è uno sketch vaudeville: la voce è filtrata perché sembri uscire dal cono di un grammofono. Il pianoforte saltellante, l'atmosfera da Londra di fine ottocento, il testo scopertamente wildeiano mettono a nudo l'ambiguità sessuale di Mercury ("I'm bount to be proposing on a Saturday night") e le potenzialità mimetiche della sua voce.
"I'm In Love With My Car" è un rock dai toni epici, dedicato da Roger Taylor alla sua passione per le automobili. Molti si sono lasciati sfuggire la perfida autoironia di questo brano, in cui l'esile voce di Taylor scimmiotta Plant e Daltrey, e il machismo di un certo rock, inneggiando all'amore per la propria auto.
L'aspetto parodistico della musica dei primi Queen è spesso sfuggito ai recensori coevi e successivi, che spesso li accusarono di autoindulgenza. Anche nella ballata-pop "You're My Best Friend", musicalmente scontata, melodia trita e ritrita, si fa in realtà la parodia della song romantica al pianoforte. I coretti "silly" sono una frecciata, e non una concessione al pop easy-listening. "'39" (in cui il viaggio dei pellegrini del Mayflower è ricordato nella cornice di un forzato abbandono dai toni malinconici) è un brano di ispirazione folk, sempre infiocchettato di coretti, barcollante sul ritmo di un basso da orchestra di liscio, come in un cabaret d'avanspettacolo: la voce di May pare distante, rassegnato. La chitarra elettrica simula il timbro del violino e della fisarmonica. Brian May rimase sempre incollato al suono corposo e centrato sulle frequenze medie che fu peculiare della sua chitarra fatta in casa, ma non fu in seguito più in grado di incorporarlo nella musica con un tale savoir-faire ironico.
"Sweet Lady", unico vero hard-rock classico del disco, è una scopiazzatura degli Who suonata al rallentatore, ed è forse l'unica caduta di tono. Tuttavia anch'essa acquista un altro senso, se si dà credito all'interpretazione "parodistica" dell'opera nel suo insieme.
"Seaside Rendez-vous" è l'ideale proseguimento delle atmosfere da music-hall londinese di "Lazing on a Sunday", trasportate nella Francia della "belle-epoque". E' vera musica da cabaret, con tanto di campanelli e assolo di kazoo; mancano solo le ballerine di contorno. "The Prophet's Song" è la traccia più ambiziosa del disco, e ne costituisce l'ideale centro. La "gemella povera di Bohemian Rapsody" come è stata più volte erroneamente definita, è una mini-suite con introduzione acustica, tema hard rock, bridge corale per voci sovraincise e ritorno al tema. Ricalca nella struttura quel capolavoro che è ""My God"" dei Jethro Tull, e ne eredita e accentua la teatralità. Qui, più che in ogni altro luogo del disco, il parallelo con il musical è azzeccato. La scena madre della profezia dell'oracolo, di millenaria tradizione letteraria, è tratteggiata con enfasi verbale e melodica. Il cantante è uno, ma capace di infiniti travestimenti: ogni volta che Mercury cambia registro, o che il coro si inserisce nella tessitura, viene data la parola ad un personaggio diverso.
La sezione centrale è un assolo della voce di Mercury, sovrancisa quattro volte l'una sul'altra in modo non sincronico: più voci cantano la stessa melodia in momenti diversi partendo a intervalli regolari, in una sorta di contrappunto sfalsato. In realtà questa forma canora è usatissima nelle filastrocche popolari dell'Europa continentale. Senza soluzione di continuità si passa a una commovente canzone d'amore: "Love of My Life". Pur nel pomposo arrangiamento per pianoforte, voce e cori, la melodia mantiene l'aspetto e l'umore della serenata alla finestra. Gli spunti di chitarra elettrica simulano una viola, e la conclusione è affidata ad un'arpa, questa volta autentica.
Con "Good Company" il personaggio cambia di nuovo e ci troviamo di fronte a un guitto di strada (Brian May) che racconta la sua triste storia con in braccio un ukulele. Ancora la chitarra elettrica si traveste, stavolta riecheggia l'organetto a manovella.
Alla fine del disco troviamo la leggendaria "Bohemian Rapsody": un prodigioso riassunto di alcuni secoli di storia della musica popolare europea e non. Ci sono i canti di Natale in chiesa, i Platters, i Led Zeppelin, l'opera, il melodramma di Monteverdi, le cantate di Bach, le melodie corali di Verdi, Frank Sinatra, il musical di Broadway. Il tutto preso e frullato senza rispetto per successioni cronologiche: il canto da chiesa si innesta sulla power-ballad, assoli di chitarra conducono dalle atmosfere del cabaret a quelle dell'Opera, in un tripudio di sovrancisioni vocali, spunti melodici, riff veementi che simulano le progressioni dei fiati in un orchestra fra cori angelici e demoniaci, senza perdere mai di vista il tema melodico principale.
La "serata all'opera" si conclude con una trasposizione per chitarra elettrica dell'inno nazionale britannico. Tanto fedele quanto ironicamente "corretta", "God Save The Queen" è un ultimo sberleffo, rivolto a Sua Maestà la Regina d'Inghilterra e a "Sua Maestà il Re della chitarra" Jimi Hendrix, che a Woodstock aveva eseguito una versione infuocata (e a sua volta polemica) dell'inno nazionale americano.
L'eccezionale riscontro di vendite di A Night At The Opera riporta i primi tre album nelle posizioni alte delle classifiche britanniche, mentre l'inizio del 1976 vede il complesso impegnato negli Stati Uniti per un lungo tour che, comunque, non impedisce ai quattro di rientrare in studio per registrare A Day At The Races (dicembre 1976), pronto per il mercato natalizio. Sfruttando la formula vincente, il disco lancia un altro elaborato 45 giri, "Somebody To Love", dove gli incastri vocali e una certa vena epica sfruttano la riconoscibilità del sound.
Un ritorno a sonorità più dure avviene con News Of The World (novembre 1977), contenente due delle più celebri canzoni del gruppo, "We Will Rock You" e la famosissima (e vendutissima) "We Are The Champions". La vena magniloquente tiene ancora e il disco si fa apprezzare con buoni momenti di hard rock "melodico" ben suonato.
Jazz (novembre 1978), Live Killers (doppio live del giugno 1979) e The Game (luglio 1980) chiudono il primo periodo della carriera del gruppo con una serie di successi e un contenuto artistico di sempre minore spessore, sospesi tra tentazioni danzerecce ("Another One Bites The Dust") e ballate melense ("Jealousy"), senza dimenticare un pop abbagliante ("Bicycle Race" e "Play The Game") ancora vincente sul mercato.
Gli anni '80 si aprono con la colonna sonora del film "Flash Gordon" di Mike Hodges (il 45 giri "Flash's Theme" è un grande successo) e l'ottima alzata di tiro del 45 giri "Under Pressure" inciso con David Bowie, per poi proseguire con un deciso cambio di direzione verso scontate sonorità dance: Hot Space (maggio 1982), The Works (febbraio 1984), l'autoindulgente e celebrativo Live Magic (1986), A Kind Of Magic (giugno 1986) sfornano singoli a ripetizione di grande valore ("Body Language", "Radio Ga Ga", "I Want To Break Free", "A Kind Of Magic", "Who Wants To Live Forever"). La musica non cambia con The Miracle (maggio 1989) che lancia un altro pomposo singolo ("I Want It All") e con i due successivi Greatest Hits di incredibile successo.
Nel febbraio 1991 il 45 giri "Innuendo" annuncia l'omonimo e album, ma la storia dei Queen sfocia in tragedia quando (dopo una lunga rincorsa di voci e pettegolezzi) Mercury conferma, in un comunicato stampa, di essere malato di Aids: il 24 novembre 1991, l'istrionico cantante muore, lasciando milioni di fan nella disperazione.
I Queen decidono di fermarsi, ma prima di morire Mercury ha spremuto le sue ultime energie incidendo diverse canzoni, tra cui il commovente brano-epitaffio "The show must go on". Nel novembre 1995, in un periodo di calo delle vendite del catalogo, i sopravvissuti Queen pubblicano questo materiale (perfezionato e confezionato nel solito amato stile) nell'album Made In Heaven. È l'ultimo capitolo di un gruppo che ha caratterizzato, la storia della musica in un genere di largo consumo a cavallo tra hard rock e musica leggera.
L'arte dei Queen è una delle più emblematiche espressioni musicali della "riscoperta" del barocco nel Novecento. La versione dei Queen di una "musica caleidoscopio", tragica e comica al tempo stesso, aperta verso l'infinitamente grande e verso l'infinitamente piccolo, malata di grandeur e disillusione, un gran calderone in cui mescolare ingredienti impossibili, è per molti aspetti vicina nello spirito al barocco letterario degli inizi del '600, e ci regala uno dei momenti più alti di quella follia disorientata, tipicamente novecentesca, priva di certezze sulla via da seguire, che darà origine da un lato alle tendenze minimaliste che segnano tutto il nostro tempo, dall'altro ad alcuni episodi isolati di malinconica ma giustificata smania di grandezza.
Con un nuovo album in uscita, il primo in studio a portare avanti il leggendario nome dei Queen dopo le ritrovate sessioni inedite con Freddie Mercury, la rock band inglese si prepara a passare quattro mesi in tour, nuovamente in compagnia del cantante Paul Rodgers, che si era già unito a Brian May e Roger Taylor in occasione del fortunato tour del 2005, passato in Italia per quattro date sold out e terminato con lo spettacolare concerto di Hyde Park, a Londra.
Oltre un milione di persone ha voluto riabbracciare i Queen in occasione del tour scorso. ''Queen + Paul Rodgers Rock the Cosmos 2008'' toccherà 14 paesi in sette settimane tra Europa e Asia per un totale di 28 date, prima di portare la band di nuovo in Sud America, dove manca dai primi anni ’80 e dove ha tenuto nel 1985 il suo più grande concerto di sempre, in occasione del Rock in Rio davanti a più di 300.000 persone.
Programmazione Concerti a Milano
Discoteche - Ristoranti - Locali
Papido.it
Concerti Milano
Film al Cinema
Vacanze
Hotel
Organizzazione Tour
Hostess, Promoter, Camerieri..
Forniture alberghiere
Organizzazione Eventi
 
:: Nightlife Milano
:: Nightlife Roma
:: Partner
AmoreItaliano.it
Papido.com
Kamevents.it
Filippocorbe.it
Milano Bergamo Brescia Torino Liguria Verona Venezia Bologna Rimini Firenze Roma Sardegna Ancona Napoli Bari Salento Reggio Calabria Sicilia
Azienda Contatti Pubblicità Lavoro Note Legali I Numeri di Papido Privacy Siti Utili
Concerto Queen - Milano, Roma
-- COPYRIGHT 2000 - 2008, GRUPPO PAPIDO Srl | CF/P.IVA 05474930962 - http://www.papido.it - Best Viewed 1024x768 --