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Nina Kraviz

Dj internazionale

Bio Nina Kraviz

Damela Ayer nata il 15 Ottobre 1989 ad Irkutsk (Russia) in arte Nina Kraviz è la novità assoluta. Giovane ma riconosciuto talento da proporre al pubblico italiano. Scelta che ricade su una dj donna che, una volta in consolle, si rivelerà una vera star dimostrando il fatto suo con set mozzafiato. Giovane dj e produttore, nata e cresciuta in Siberia, Nina Kraviz è un' artista energica ed emotiva..
Nina viene dalla Siberia ed è una sventola dagli occhi di ghiaccio e il sorriso devastante a cui piace cantare e immergersi nella house più profonda e fascinosa
Cresciuta nella freddissima Irkutsk, il suo nome inizia a circolare al "Propaganda" di Mosca verso la fine del decennio scorso. Segue immediata fuga a Berlino
Destinazione "Panorama Bar". Inutile dire che le bastano poche apparizioni per catturare l'attenzione di diversi fenomeni quali Sven Vath, a cui "presta" un paio di tracce, Sascha Funke e Phillip Solmann, aka Efdemin, con i quali divide due Ep nel 2010, ma soprattutto Matt Edwards che la vuole fin dal primo momento per la sua Rekids. Se il buongiorno si vede dal mattino, Nina non è nient'altro che un incantevole fiore pronto a sbocciare in tutta la sua bellezza e a regalarci una meravigliosa primavera. Il suo segreto del resto è semplice. Le occorre solo avere la valigetta zeppa di dischi sempre a portata di mano e via a far girare culi e ormoni. Chiedere a tutti coloro che bazzicano dalle parti del Panorama. Il suo tocco è poi morbido, terribilmente femmineo e mai coatto. La ciliegina resta fermamente nel bicchiere. Guai a toccarla. Mentre le luci si spengono lentamente e le giacche si accomodano nel guardaroba. La musica di Nina è dunque house coi tacchi a spillo. È cassa gentile e atmosfera chic. Silenzio profondo e battito in lontananza. Groove ricercatissimo e al contempo tremendamente essenziale. Nina è figlia della deep-house più trendy, dell'Owens arty degli ultimi tempi, o magari del Feliciano asciutto degli esordi. Verrebbero in mente anche certe oscure proiezioni dell'altra piccola grande reginetta del nuovo firmamento house a tinte rigorosamente rosa: la turca Deniz Kurtel (vedi "Best Friend")
Tuttavia, pur collocandosi ampiamente in un contesto house "conservatore", ogni traccia esula nel complesso da qualsiasi comodo riferimento. Nina è semplicemente Nina, e questo suo esordio alterna diversi elementi che confermano una certa personalità, così come la volontà di stupire senza ricorrere a comodi trucchi del mestiere e ai soliti escamotage elettronici. In tutto il disco, la Kraviz rincorre una house ovattata e tenebrosa, in cui è possibile finanche restar fermi e danzare anche solo con la mente, come palesato nell'introduttiva "Walking In The Night", traccia sospesa su eccitanti sospensioni vocali atte a inscenare un'implosione ormonale pazzesca, o nelle vibranti ascese ritmiche di "Turn On The Radio" impostante caldamente a rilento. Nina soddisfa la sua personale smania di defilarsi da una condizione esclusivamente danzante, avanzando ad ogni singola pulsazione una formula melodica sempre più intima e riservata. Immaginate quindi di trovarvi in un ipotetico club-privé in cui ci si scompone parecchio con lo sguardo, e in cui è proibito toccarsi del tutto pur ricevendo evidenti consensi. Ecco, è proprio così che Nina manda in delirio migliaia di adulatori palpitanti ai suoi piedi. La russa riesce a stendere senza calare veli e tenendo a bada l'acceleratore (eccezion fatta per le agevoli "Ghetto Kraviz" e "Taxi Talk"), in un gioco di oscillanti perversioni in cassa dritta e colpi di frusta da diva contemporanea

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